Tappa 25

Tappa 25

Mulattiera San Romolo – La formica argentina

Noi non lo sapevamo, delle formiche, quando venimmo a stabilirci qui. Ci sembrava che
saremmo stati bene, il cielo e il verde erano allegri […] come potevamo supporre la storia
delle formiche?
(La formica argentina)

La formica argentina (Linepithema humile) è una specie originaria del Sud America, molto
invasiva, che ha infestato il Ponente ligure a partire dagli anni Venti.
Nel racconto una famiglia di immigrati si è appena trasferita in un imprecisato paese della
Riviera, su suggerimento di uno zio emigrato prima di loro. La famiglia è del tutto
inconsapevole dell’infestazione di formiche che affligge la regione e ne prende coscienza solo dopo essersi stabilita nella nuova casa.

Se lui [lo zio] ci avesse parlato di formiche, come forse una volta aveva fatto, noi avremmo
pensato di trovarci contro un nemico concreto, numerabile, con un corpo, un peso. […] Qui
avevamo di fronte un nemico come la nebbia o la sabbia, contro cui la forza non vale.
(La
formica argentina)

Inizialmente i nuovi arrivati cercano una soluzione, chiedono aiuto ai vicini di casa, ma nessuno ha rimedi efficaci. Alcuni usano insetticidi e veleni che si rivelano inadeguati, altri utilizzano trappole ingegnose ma ugualmente inutili, infine, c’è chi finge che le formiche non ci siano. Ognuno affronta il nemico in maniera differente, ma per tutti l’esito è fallimentare.

Italo Calvino, La formica argentina, Sodalizio del Libro, 1957.Illustrazioni di Franco Gentilini

I toni a tratti allucinati e apparentemente visionari del racconto, pubblicato per la prima volta in «Botteghe oscure» nel 1952, hanno generato un equivoco di fondo che l’autore non ha mai mancato di correggere:

«Botteghe oscure», 10, 1952 (frontespizio).

La formica argentina non è onirico-kafkiana come hanno sempre detto tutti i critici. È il
racconto più realistico che abbia scritto in vita mia, descrive con assoluta esattezza la
situazione dell’invasione delle formiche argentine nelle coltivazioni a San Remo e in buona
parte della Riviera di Ponente all’epoca della mia infanzia, anni Venti e anni Trenta.
(lettera a
Goffredo Fofi, 1984)

La diffusione della formica produceva effetti devastanti sull’attività agricola e il problema
doveva essere molto sentito nella famiglia Calvino. Il Fondo Eva Mameli e Mario
Calvino, conservato presso la Biblioteca civica (cfr. tappa 13), ben documenta l’impegno che
soprattutto la madre profuse nella lotta alla formica, cercando di individuare rimedi efficaci e, non meno importante, di organizzare con metodi migliori la disinfestazione, e, non ultimo, combattendo per ottenere un intervento fattivo del governo a sostegno degli agricoltori liguri.

Volantino informativo della Ditta Geigy. Fondo Calvino. Biblioteca civica di Sanremo.

Difficile localizzare la precisa ambientazione del racconto. Il percorso, fra scalinate e strade in discesa, che la famiglia compie in conclusione per raggiungere il mare, lascia immaginare che si sia ancora alle spalle della città, nelle sue immediate adiacenze.

Nostro figlio si voltava stupito a vedere ogni cosa e a noi toccava prendere parte alla sua
meraviglia, ed era un modo per riaccostarci al blando sapore che ha a momenti la vita
. (La formica argentina)

Il figlio del protagonista, alla vista del mare, fa esattamente come tutti i bambini, guarda
meravigliato il mondo intorno a sé. A questo stupore partecipano volentieri anche i genitori,
che così provano ad accettare quanto stanno vivendo.

✏️ Valerio Minazzi

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