tappa 20

Tappa 20

Via Palma

Zora, città che chi l’ha vista una volta non può più dimenticare. […] Il suo segreto è il modo in cui la vista scorre su figure che si succedono come in una partitura musicale nella quale non si può cambiare o spostare nessuna nota. (Le città invisibili)

La città invisibile di Zora ricorda a Marco Polo una partitura musicale. Il nucleo compatto della città vecchia appare in effetti come un labirinto di vicoli dove si affacciano antiche “case-torri” che paiono sostenersi vicendevolmente attraverso appositi archi di controspinta.
Chissà che Calvino non abbia intravisto questa partitura nei vicoli della città vecchia, dove la successione di strade, torri, gradoni, portali in ardesia pare davvero comporre una melodia mentre gli archi che legano e sorreggono gli edifici sembrano in prospettiva legature di note, con i lampioni di ferro a fare da chiave di violino, apertura di un immaginario pentagramma. Con questa suggestione legata alla musica, Zora diventa una città: «che chi l’ha vista una volta non può più dimenticare […] ha la proprietà di restare nella memoria punto per punto, nella successione delle vie, e delle porte e delle finestre nelle case». (Le città invisibili)

Via Palma oggi. Fotografia di Simona Paoli.

Così lavora l’immaginazione e la creatività dell’autore, partendo da un lavoro metodico, «esatto».

Vent’anni al duemila, intervista 1981, Teche RAI.

Via Palma offre a chi la percorre uno scorcio particolarmente suggestivo del campanile di San Siro, inquadrato fra le case ravvicinate del vicolo e gli archetti. Lo stesso campanile è ricordato, insieme con i tetti di piazza Colombo, piazza Bresca, piazza Sardi e la striscia del molo, nella
visuale che lo scrittore poteva avere sulla città dalla sua abitazione di Villa Meridiana. Sporgendosi dalla balaustra del terrazzo aveva una prospettiva che talvolta confondeva la realtà: «anche le vie erano nascoste e mai riuscivo a far coincidere la loro topografia con quella dei tetti». (La strada di San Giovanni)

Via Palma. Biblioteca civica di Sanremo.

La Concattedrale di San Siro è l’edificio religioso più antico a Sanremo: è stata edificata nel XII secolo ed è uno dei più antichi esempi di architettura romanica nel ponente della Liguria. Il suo campanile ospita una campana di notevoli dimensioni, dedicata a San Giovanni Battista e
chiamata “prima voce solista”, da distinguersi dalla campana della Lanterna, la “seconda voce solista”. Le altre dieci campane furono realizzate nel 1966 con la rifusione dei bronzi storici e ascoltate tutte insieme formano un concerto in perfetta scala armonica.

Concattedrale di San Siro. Biblioteca civica di Sanremo.

Da piazza San Siro proviene anche una delle bande di ragazzini evocate nel racconto Un bastimento carico di granchi. I ragazzi di San Siro sono ricordati per le «lunghe zuffe» che si consumavano «nei piccoli carrugi della città vecchia» contro le bande dei Giardinetti e di piazza dei Dolori.

✏️ Martina D’Amore, Priscilla Adum

🚶‍♂️Percorrere via Palma fino alla chiesa di San Giuseppe, poi via dei Mille e salire ancora in via Cisterna e infine via Porte Santa Maria, per arrivare ai giardini Regina Elena.

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