Tappa 15

Tappa 15

Corso Matteotti – Caffè Venezuela

Mio fratello invece va al caffè Imperia a vedere giocare al biliardo. Non gioca perché non è capace: sta ore e ore a vedere i giocatori, a seguire la biglia negli effetti, nei rinterzi, fumando, senz’appassionarsi, senza scommettere perché non ha soldi. Alle volte gli danno da segnare i punti, ma spesso si distrae e sbaglia. (I figli poltroni)

Il nome del Caffè Venezuela è solo uno fra i molti che si possono suggerire per identificare il Caffè Imperia del racconto. Era un rinomato luogo d’intrattenimento, storica sala da biliardo, situato tra via Mameli e Corso Matteotti e frequentato pure da altre figure poi divenute celebri. Fra gli altri Carlo Dapporto che esordì proprio al Caffè Venezuela con le sue barzellette.

Caffè Venezuela. Archivio Moreschi.

Erano molti i locali storici a Sanremo negli anni in cui Italo Calvino era adolescente. Ricorderemo il Bar Roma, in via Roma, un locale ancora più antico perché risalente al 1913. Acquistò visibilità notevole quando nel 1998 venne affittato da Piero Chiambretti per trasmettere la sua edizione
del Dopo Festival.
E ancora il Caffè Europeo o Rigolè, celebre locale alla moda all’angolo tra le odierne corso Matteotti e corso Mombello, punto di ritrovo per i politici e gli intellettuali più in vista in città. Il Rigolè era anche noto come «Accademia» per il gioco del biliardo.

È al Rigolet o al Venezuela che va riferita la testimonianza di Eugenio Scalfari che ricorda «i compiti scritti sul bordo di un tavolo da biliardo in un famoso caffè sul corso». (Ferrua)

Nel racconto I figli poltroni, tratto dalla raccolta Ultimo viene il corvo, lo scrittore narra la modesta giornata di una famiglia di contadini. Il padre lavora duramente per pagare i debiti e dare sostentamento alla famiglia e la madre – che a detta dei figli non riposa mai – è sempre indaffarata a sbrigare le faccende di casa. I due fratelli, Pietro e Andrea, sono invece due fannulloni che non sanno dirigere in modo costruttivo le loro esistenze.

Ai due giovani si oppongono i genitori oppressi dalle fatiche della vita e del lavoro, delusi e arrabbiati per la pigrizia dei figli. La famiglia qui tratteggiata rinvia con ogni evidenza alla realtà familiare dei Calvino. Pur enfatizzando i contrasti e l’indolenza dei figli, pur mutando la classe
sociale di appartenenza, si può leggere in chiave autobiografica sia il ritratto del padre di cui si sentono «i passi ferrati dietro la casa, sbattere il cancelletto e lui allontanarsi scatarrando e gemendo per la stradina», sia la difficile relazione fra figli e padre, tutto preso dalla cura della
campagna di San Cosimo, solo un travestimento di San Giovanni.

✏️Elisa Longinotti, Giorgia Colafato

🚶‍♂️Lasciare corso Matteotti e svoltare a sinistra in piazza Borea d’Olmo.

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