Bussana

Bussana Vecchia: dalla distruzione del terremoto alla rinascita in nome dell’arte.

Bussana Vecchia: sono le 6,21 di mercoledì 23 febbraio 1867. Non si tratta di un mercoledì qualunque, ma del mercoledì delle ceneri. In occasione della ricorrenza che sancisce la fine del carnevale e l’inizio della Santa Quaresima, tantissime persone si trovano a quell’ora all’interno della Chiesa di Sant’Egidio per ricevere il precetto.

La giornata è insolitamente calda ma bastano pochi secondi ( meno di venti) per cambiare per sempre il destino di tante persone e di un paese intero: “Terremoto, terremoto, salvatevi!” grida dall’altare il parroco che per primo ha capito la gravità della situazione. Quelli che seguono sono attimi convulsi e drammatici. In tanti per istinto si rifugiano nelle cappelle laterali e nella sacrestia. La volta dell’edificio si sbriciola e la polvere causata dal crollo rende ancora più difficoltosa la fuga.  

Sono bastati venti secondi per distruggere o quasi, Bussana, borgo sulle prime alture a metà tra Sanremo e Taggia.  Le grida disperate ora sono coperte da un terreo silenzio. Inizia la conta dei danni: centinaia le persone seppellite dalle macerie (lo scotto maggiore lo pagheranno proprio i fedeli all’interno della chiesa di Sant’Egidio) e quasi la totalità delle abitazioni della parte più alta del villaggio sono distrutte.  

Il villaggio non esiste più…o almeno per il momento non esiste più perché, nessuno, ora, dopo il dramma del sisma potrebbe mai immaginare che anni dopo dalle macerie nascerà qualcosa di unico.

Ma torniamo a quei momenti terribili: i superstiti sono rimasti senza nulla e chi ha ancora una casa non sa se è ancora abitabile e sicura. Viene istituita un’apposita commissione per valutare la situazione: viene deciso che la soluzione più “rapida” (anche se molto discussa) è quella di abbandonare il paese e ricostruirlo più a valle. 

La maggior parte degli abitanti è contraria ma a nulla valgono le proteste. 

Bussana Nuova (ancora oggi vengono chiamate “nuova” e “vecchia”) verrà fondata nell’area di capo Marine con la posa simbolica della prima pietra del municipio nel 1889. Nel 1894 gli ultimi abitanti abbandoneranno definitivamente il loro amato borgo. Ancora una volta avverrà dopo una funzione religiosa: la Messa della domenica delle Palme. 

I decenni successivi non sono “facili” per il vecchio borgo, abbandonato e sostanzialmente usato come deposito di materiale da costruzione. Con la seconda guerra mondiale le case abbandonate vengono momentaneamente occupate da alcune famiglie sfollate ma il Comune le fa evacuare. 

La seconda meravigliosa e colorata vita di Bussana Vecchia inizia sorprendentemente a partire dagli anni cinquanta quando alcuni artisti italiani e stranieri rimangono affascinati dal villaggio e decidono di stabilirsi nelle vecchie case abbandonate ristrutturandole e adibendole a botteghe. Non sarà un percorso semplice e privo di ostacoli, ma negli anni Bussana Vecchia riprende vita fino a diventare un borgo internazionale di artisti, una meravigliosa galleria a cielo aperto dove tutto è possibile.